Assoluzione piena per Marco De Silli, accusato dell’omicidio di Massimo Monteneri, 50enne della Serpentara di Roma, ucciso il 20 ottobre di 3 anni fa.
Secondo quanto disposto, a rischiare la condanna รจ il medico del Centro di salute mentale che lo aveva in cura e i due psichiatri. I tre, secondo quanto emerso, non avrebbero risposto ad una segnalazione avvenuta. Il presunto omicida si sarebbe rifiutato di prendere psicofarmaci e in preda ad una crisi allucinatoria avrebbe inferto dieci coltellate a Monteneri.
La ricostruzione
Giร dal primo mattino De Silli era sembrato piรน nervoso del solito. A tratti delirava. La sorella, preoccupata, allora si era presentata al Csm, dove Marco era in cura da anni, per chiedere un intervento immediato. Dalla struttura, sempre in via Lablache, a pochi decine di metri, i medici avrebbero potuto recarsi nella casa del paziente per sollecitare un trattamento sanitario obbligatorio, oppure cercare di contenere la crisi, ma sono rimasti nei loro studi.
Dopo poco De Silli ha bussato a un vicino di casa farneticando: ยซHo salvato il mondoยป. Aveva massacrato con un coltello da cucina lโamico. La sentenza del Tribunale di Roma ha stabilito che lโassassino non era cosciente mentre sferrava i fendenti. Dovrร restare per un anno in una residenza giudiziaria per malati psichiatrici. La giustizia, perรฒ, ha seguito il suo percorso. Per la procura, infatti, lโomicidio poteva essere evitato. E dopo anni ha presentato il suo conto.
Perย Alessandro Antonucci, responsabile del Csm di via Lablache รจ stata chiesta la condanna in abbreviato a 8 mesi di carcere per concorso colposo in omicidio volontario. Mentre per due psichiatri della struttura, quel mattino di turno,ย Demetrio Pedullร ย eย Chiara Riitano, รจ stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio con lโaccusa di rifiuto di atti dโufficio. La valutazione ora spetterร al giudice. Il dottor Antonucci, in base alla ricostruzione del pm Elena Neri, in qualitร di medico curante di Marco De Silli, paziente affetto da una grave forma di schizofrenia paranoide caratterizzata da scatti violenti e aggressivi, non avrebbe controllato in maniera opportuna lโassunzione regolare dei farmaci del proprio assistito, trascurando anche di sottoporlo a visite regolari.
Fonte ilMattino