Giallo sulla cooperativa che lavora per il Comune di San Giorgio. A risultare positivo al Covid 19 sarebbe uno dei “dirigenti” della stessa. Non solo. A quanto pare ci sarebbero anche due genitori di un altro dipendente, in quarantena presso un altro Comune.
Come anticipato domenica scorsa, la notizia dei test all’interno della stanza del vice sindaco aveva destato non poco scalpore, alimentando così, la fantasia e le domande dei curiosi. Perché i dipendenti di una cooperativa si sottopongono ai test all’interno do una casa Comunale? La stanza era a norma? Le analisi sono state fatte senza avvisando tutti gli impiegati della cooperativa?
Non solo. Secondo fonti certe ( e il sindaco non ha smentito la notizia) su alcuni impiegati sarebbero stati fatti dei test rapidi, non dei tamponi. La differenza c’è ed è sostanziale. Se un soggetto che lavora in una azienda risulta positivo al Covid automaticamente scatta la quarantena per chi gli è stato vicino e il “tampone”, cioè un test diagnostico. Perché allora sui soggetti di cui ci preoccupa è stato fatto un test rapido che non ha la stessa efficacia del primo? Il secondo tipo di analisi citato si può richiedere di farlo ( in parole povere) a chiunque lo voglia, ad un semplice cittadino che non ha avuto contatti con nessun contagiato o che non ha sintomi molto gravi. Quindi? Cosa è successo? La trama si infittisce soprattutto quando il giorno stesso dei test la sede della stessa cooperativa è stata chiusa.