Dal Corriere.it
Due cicatrici riaccendono la speranza che Mauro Romano sia ancora vivo. E che oggi sia lo sceicco Mohammed Al Habtoor, 52 anni, figlio del magnate Khalaf Al Habtoor, uno degli uomini più ricchi degli Emirati Arabi Uniti. Che si tratti di lui potrà stabilirlo con esattezza solo l’esame del Dna — che finora l’emiro ha rifiutato — ma la svolta potrebbe essere vicina: i familiari voleranno presto a Dubai per ottenere che l’esame venga eseguito tramite l’intercessione delle autorità consolari. Sono le ultime novità sul giallo del bimbo di Racale, nel Salento, rapito all’età di 6 anni il 21 giugno del 1977 e mai più ritrovato.
«Speravamo almeno in una telefonata di conforto»
«Finora abbiamo trovato davanti un muro enorme — continua la donna —, solo silenzio. Speravamo almeno in una telefonata di conforto o anche per dirci che ci stiamo sbagliando. Niente». Ex giocatore professionista di polo, imprenditore e filantropo, ma anche latin lover. Il presunto Mauro Romano — riferisce La Scala — avrebbe flirtato anche con Naomi Campbell, Valeria Marini e Manuela Arcuri, con cui è stato ritratto in una foto d’epoca durante un evento mondano.
Riaperta lo scorso gennaio — dopo tre archiviazioni e l’arresto di un 69enne per pedofilia, poi indagato per la scomparsa di Mauro con le accuse di omicidio volontario e sequestro di persona — l’indagine del pubblico ministero Stefania Mininni e dei carabinieri è stata condotta nella convinzione che il bimbo scomparso fosse stato ucciso. Ma finora non è riuscita a portare prove certe a sostegno di questa tesi, né a far ritrovare il corpo del piccolo.
Depistaggi e omertà
Gli inquirenti, assieme alla tenacia della famiglia Romano e del suo legale, dopo anni di depistaggi e omertà, hanno portato però al presunto sequestratore di Mauro Romano, un ex barbiere di 79 anni, per il quale il gip dovrà decidere il rinvio a giudizio.
Si tratta di un amico di famiglia che Mauro chiamava «zio» e che il giorno della scomparsa, secondo la Procura, fece salire Mauro sul suo Apecar e lo condusse nella sua casa estiva per farlo giocare con il figlio. Questo, sempre secondo l’accusa, in attesa di consegnarlo a due individui, a oggi rimasti sconosciuti, che lo prelevarono poi con la forza facendo sparire di lui ogni traccia.