Arrivava tutte le mattine da Napoli l’autista deceduto stamattina, il 30enne Emanuele Melillo. La mattina arrivava in aliscafo, faceva servizio e la sera rientrava sulla terraferma.
In passato, raccontano sul posto, Emanuele aveva anche lavorato come conducente delle ambulanze del 118.
Soprattutto in inverno per Emanuele c’era il tempo di un caffè nella piazza del porto di Marina Grande dove si intratteneva spesso al bar con i negozianti del posto. «Un ragazzo tranquillo, simpatico – spiegano in piazza – è impossibile abbia fatto qualche manovra avventata. Solo un malore può averlo condizionato».
Diversi i testimoni oculari della caduta del minibus. «L’autobus – spiega un conducente dei taxi – è rotolato giù come un giocattolo. Ha fatto un gran fracasso, ma non abbiamo udito rumori di forti frenate. Per questo crediamo la causa sia da ricercare in un malore improvviso di Emanuele».
Questa mattina Melillo non ha avuto il tempo di fermarsi al bar. È arrivato a Capri con il traghetto intorno alle 8 e poi ha preso subito servizio. Alle 11,30 – già dopo alcune – corse effettuare per trasportare i turisti – lo schianto fatale.
E’ di una vittima – l’autista del minibus precipitato, di cui non sono ancora state rese note le generalità – e di 28 feriti registrati al pronto soccorso dell’ospedale di Capri il bilancio dell’incidente verificatosi stamattina. Per la maggior parte si tratta di persone ferite in modo lieve, che non si trovavano sull’automezzo ma sono state investite da detriti provocati dalla caduta.
Quelli in condizioni più gravi sono i passeggeri del minibus. Due dei feriti, tra cui un ragazzo, sono già stati trasferiti in elicottero a Napoli, rispettivamente nell’ospedale del Mare e al pediatrico Santobono. Altri due feriti sono attualmente assistiti in camera operatoria in attesa di trasferimento, altri stanno ricevendo cure e sono in fase di stabilizzazione emodinamica e assistenza respiratoria, sempre in attesa di trasferimento. Delle persone coinvolte nell’incidente quattro sono di nazionalità straniera, francese e libanese.
Sono in corso i rilievi da parte della polizia scientifica di Napoli sul luogo del disastro a Capri. Gli esperti, con l’ausilio dei vigili del fuoco, stanno cercando di ricostruire la traiettoria del minibus finito nel dirupo. Sulle cause del disastro, fanno sapere gli investigatori, al momento è prematuro formulare qualsiasi ipotesi. Il quadro potrebbe essere più chiaro solo quando il mezzo verrà recuperato e verranno evidenziati i punti di impatto.
Si chiamava Emanuele Melillo ed aveva 33 anni l’autista deceduto nel grave incidente avvenuto stamattina a Capri. Melillo era ausiliario della Croce Rossa Italiana e, precisamente, era iscritto nei ruoli dei sottufficiali dal 2011. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, la sterzata, improvvisa, che ha determinato il grave incidente, potrebbe essere riconducibile a un malore. Si tratta, al momento, di una mera ipotesi, sulla quale gli investigatori stanno indagando senza trascurare nessun’altra pista. La causa del decesso di Melillo dovrà essere accertata dall’esame autoptico. Il magistrato di turno della Procura di Napoli si è subito recato sul posto ed è al lavoro, insieme con la Polizia di Stato dell’isola, per ricostruire la dinamica del grave incidente.
Il pulmino sarebbe precipitato per 5-6 metri. Il bus di linea precipitato a Capri è caduto da un’altezza di alcuni metri, rompendo la barriera di protezione della strada: è accaduto nella zona della spiaggia libera di Marina Grande. Sul posto le ambulanze del 118 che stanno trasportando i feriti nell’ospedale dell’isola.
Sul posto anche i carabinieri dell’isola. Per il momento non si segnalano vittime. Il minibus, dell’azienda Atc, era impegnato nel servizio di trasporto pubblico sull’isola e pare che a bordo avesse una decina di passeggeri.
Il minibus è rimasto incastrato tra la scogliera e una struttura metallica, su un tratto di spiaggia libera, nei pressi del porto commerciale, non lontano da uno stabilimento balneare. Molta paura ma nessun ferito tra coloro che si trovavano sull’arenile, alcuni dei qual raccontano di essere intervenuti per confortare i feriti in attesa delle ambulanze.
Da IlMattino