Via libera definitivo dell’Aula della Camera alla Manovra, su cui il governo ha incassato la fiducia. I voti a favore sono stati 312, 153 i contrari, due gli astenuti. In Aula al momento della votazione era presente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
A pochi minuti dal voto finale sulla Manovra, mentre interviene Leonardo Donno di M5S, i deputati di Fdi espongono uno striscione in Aula alla Camera con la scritta “M5S parlava di rivoluzione, ora pensa solo a mangiare il panettone”. E’ bagarre. Intervengono i commessi. Federico Mollicone, tra i deputati Fdi che espone lo striscione, sale sui banchi ed il presidente Fico lo espelle. Mollicone dapprima fa resistenza, poi viene accompagnato fuori dall’Emiciclo dai commessi mentre la maggioranza urla “Fuori, fuori!”.
Nessun aumento Iva, taglio del cuneo fiscale, lotta all’evasione e incentivi a chi usa le carte di credito, superticket addio dal primo settembre. E poi plastic tax e sugar tax. Per il cuneo fiscale tre miliardi per il 2020 e 5 per il 2021. Oltre che da un maggior ricorso al deficit e dalla spending review, la legge è finanziata dalla stangata sui giochi.”Da gennaio ci siederemo con le parti sociali per decidere come usare al meglio le risorse e avviare un grande lavoro di riforma per avere un fisco più semplice più giusto e ridurre la pressione fiscale su lavoro e impresa”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al Tg5 commentando il voto finale sulla manovra in corso alla Camera. “Scampare l’aumento dell’Iva non era affatto scontato, abbiamo fatto un piccolo miracolo”. Lo ha ribadito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri al Tg5 commentando il voto finale in corso alla Camera, dove il governo ha già incassato la fiducia. “Come dimostrano i voti – ha sottolineato – questa maggioranza è solida e ha la prospettiva di lavorare con un orizzonte di legislatura” per mettere in campo “riforme ambiziose per un Paese più forte e più giusto”.
Ecco le misure del provvedimento da 32 miliardi: Nessun aumento dell’Iva, taglio del cuneo fiscale, lotta all’evasione, che si traduce in incentivi all’uso delle carte di credito, e stop al superticket. E poi plastic tax e sugar tax. I refrain della Manovra tratteggiano lo scheletro del provvedimento che, per essere definitivo, attende solo il via libera dalla Camera. Il blocco dell’aumento dell’Iva è costato 23 miliardi di euro: il valore complessivo della manovra è di 32 miliardi. Il mancato disinnesco dell’aumento sarebbe pesato per circa 541 euro all’anno sui budget familiari. Per il cuneo fiscale sono stati stanziati 3 miliardi per il 2020 e 5 per il 2021: entra in vigore a luglio 2020 e si tradurrà in circa 50 euro in più nelle buste paga dei lavoratori al di sotto di una certa soglia di reddito.
Partono 5 nuove tasse, ma premi a chi paga con carta – La parte “dare” è legata all’impatto che alcune tasse avranno sul costo dei prodotti, come la sugar tax sulle bibite. La parte “avere” sarà sotto forma di bonus befana e lotteria degli scontrini, che garantiranno il rimborso di una quota degli acquisti fatti con carta di credito. Sono i provvedimenti più “pop” di manovra e dl fisco, quelli che avranno un effetto facilmente constatabile sui portafogli: cinque nuove tasse e il cosiddetto piano “cashless”.
Oltre alla sugar e alla plastic, il primo capitolo comprende le tasse sulle auto aziendali, quella sulle cartine per le sigarette fai da te e quella sui giochi. La sugar tax e la plastic tax hanno praticamente monopolizzato il dibattito politico. In un primo momento, le bozze della manovra prevedevano che entrassero in vigore a gennaio. La tassa sulla plastica, da applicare sugli imballaggi monouso, era fissata a un euro al chilogrammo. Quella sullo zucchero, che grava sulle bevande analcoliche, a 10 centesimi al litro. Alla fine, la prima è stata ridotta a 45 centesimi ed entrerà in vigore a luglio. La seconda è rimasta tale e quale come ammontare, ma è slittata a ottobre.
C’è poi il fringe benefit, cioè il ‘peso’ in busta paga delle auto aziendali. Dopo un batti-ribatti all’interno della maggioranza di governo, dalla stretta ipotizzata in un primo momento si è passati a una rimodulazione, che azzera di fatto il maggior gettito atteso dallo Stato. La revisione della tassazione sui mezzi aziendali si è trasformata quindi in un incentivo all’acquisto di mezzi “green”. Le nuove disposizioni si applicheranno infatti solo ai nuovi contratti e prevedono che l’impatto delle auto ecologiche sugli stipendi scenda dal 30% al 25%, e che quello delle auto più inquinanti salga fino al 60%.
Un’altra tassa che potrebbe avere impatto diretto sui portafogli riguarda i fumatori. Non tutti, solo quelli che rollano le sigarette. L’imposta si applica alle cartine e ai filtri ed è di 0,0036 euro “per ciascun pezzo contenuto nella confezione destinata alla vendita”: quindi, una confezione da 50 cartine costerà 0,18 centesimi in più.
Anche a giocare ci sarà un po’ meno gusto. La manovra prevede infatti che dal 15 gennaio il prelievo sulle vincite alle slot oltre i 200 euro salga da 12 per cento al 20 per cento. Per le lotterie istantanee, come i gratta e vinci, dal primo marzo il prelievo sulle vincite oltre 500 euro passerà dal 12 per cento al 20 per cento.
C’è però anche una lotteria che premia senza trattenere. E’ quella degli scontrini, che scatterà a luglio. I dettagli sono ancora da definire, ma dovrebbe prevedere estrazioni mensili, con premi da 10 mila euro, 30 mila euro e 50 mila euro, e una annuale più consistente. Parteciperanno i consumatori che hanno fatto acquisti con carte e bancomat. Con il Bonus befana, agli acquirenti verrà restituita, in un’unica soluzione, una quota delle spese fatte nell’anno precedente, sempre con carte o bancomat: “Credo che arriveremo a far trovare nei conti correnti fino a 2 mila euro”, ha ipotizzato il premier Giuseppe Conte
Sono saltate invece all’ultimo minuto la legalizzazione della cannabis light e la Tobin tax, che avrebbe tassato dello 0,04% alcuni tipi di transazioni finanziarie on line. E per le clausole di salvaguardia Iva disinnescate, altre sono state innescate: rispetto a quanto previsto dalle vecchie manovre, c’è il rischio di ulteriori 303 milioni di accise sui carburanti nel 2021. Il compito di sterilizzarlo spetterà al governo che scriverà la prossima manovra.