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Maria ha 28 anni e 4 bimbi piccoli, malata di sclerosi non le fanno il tampone per giorni e così non può curarsi

Maria ha 28 anni e 4 bimbi piccoli, malata di sclerosi non le fanno il tampone per giorni e così non può curarsi

Mamma affetta da sclerosi multipla e costanti crisi epilettiche costretta ad aspettare 20 giorni per un tampone Covid-19. Una triste e struggente storia che viene da Napoli. Lei, Maria Fardella, 28 anni, vive con i suoi quattro figli e suo marito a Piazza Carlo III, nel cuore del capoluogo Campano.

La storia

Dal 27 marzo ha la febbre. Prima alta, poi i decimi, 37,5, dopo che la dottoressa le ha consigliato di prendere degli antibiotici. Purtroppo però, a causa della sua malattia, la sclerosi multipla, è costretta a rimanere su una sedia e a non potersi muovere. Per tornare a camminare ha bisogno di sottoporsi a dei cicli di cortisonici che però non può fare. Il motivo è il sospetto di un contagio da Covid-19. I cortisonici, infatti, le accelererebbero l’evoluzione del virus. L’unica via, prima di riprendere la cura, sarebbe di sottoporsi al tampone.

Maria ha quindi provato a contattare il medico di base che ha subito avviato la pratica. Già dal giorno dopo ha aspettato con ansia i medici, con l’autoambulanza speciale, che arrivassero a casa per sottoporla al test. Invece Nulla. Ha quindi chiamato l’Asl che le ha riferito di averla inserita nella lista, ma che comunque avrebbe dovuto aspettare. Durante i giorni di attesa, però, Maria ha dovuto combattere con un altro male, l’epilessia. Le crisi prima sono state sporadiche, poi, dalla domenica 5 aprile, ogni giorno.

Il test

Solo oggi, 15 aprile, dopo quasi 20 giorni, Maria per fortuna ha accolto nella sua abitazione i medici che le hanno fatto il tampone. Dovrà aspettare, però, altri 5 giorni per i risultati

La crisi

Ad appesantire le sue pene sono le condizioni economiche della famiglia. Lei percepisce una pensione di poco meno di 300 euro,. Il marito, invece, un reddito di cittadinanza di 59 euro, l’uomo, inoltre, ha avuto difficoltà a trovare un altro lavoro in quanto sta accudendo da solo i quattro figli di 12, 9, 7 e l’ultimo di un anno. L’aiuto per andare avanti arriva da qualche parente e dalla parrocchia vicino casa che offre a lei e a sui piccoli la forza materiale di andare avanti con qualche pacco alimentare.