Servono soldi per sperimentare il farmaco anti Covid-19: dall’Ospedale Pascale parte la raccolta fondi
La sperimentazione per contrastare il Coronavirus parte dal Sud. I medici sono pronti a testare la “miracolosa” pillola ferma epidemia su 250 pazienti campani.
E’ ormai passata alle cronache nazionali la notizia della illuminante scoperta del farmaco anti artrite capace di guarire, secondo i medici napoletani e cinesi, il Codiv-19. Nei giorni scorsi, l’oncologo e ricercatore italiano Paolo Ascierto ha più volte ribadito l’efficacia della cura su due pazienti: uno di questi potrebbe essere stubato a giorni.
L’equipe di medici
A portare la rivoluzionaria idea in Italia dell’uso del farmaco anti artrite tocilizumab, dalla Cina, sono stati i medici Napoletani Paolo Ascierto, Enzo Montesarcio, Franco Perrone e Roberto Parrella. Il tentativo è quello di ridurre il tasso di mortalità . Intervistati da Il Mattino di Napoli, i medici hanno raccontato di aver iniziato la terapia sabato scorso e aver condiviso l’esperienza con altre strutture italiane già colpite come Bergamo, Milano, Piacenza, Modena, Conigliano, Bari, Lecce e Roma. Un esperimento, in Italia, dopo i 21 malati seguiti nell’ospedale dell’University of Science and Technology of China. Per 20 è andata bene.
Il rapporto con i medici Cinesi
“Abbiamo stabilito un vero ponte della ricerca con i colleghi”, fa notare soddisfatto Gerardo Botti, direttore scientifico del Pascale. “La nostra esperienza più che decennale nell’utilizzo dell’immunoterapia nei pazienti oncologici – chiarisce il direttore delle Terapie innovative al Pascale, Paolo Ascierto – ci ha condotto allo scambio di informazioni e dati. Abbiamo intuito il potenziale dei farmaci anti-interleuchina 6, classe di cui fa parte tocilizumab, nel trattamento delle complicanze del coronavirus perché lo avevamo già usato per contrastare la sindrome da rilascio citochimica dopo la terapia con le cellule Cart-T in alcuni tipi di tumori”.
Il “miracolo” Napoletano
A Napoli il metodo è stato utilizzato su otto pazienti in totale. Tutti tra i 51 e i 67 anni e ricoverati in terapia intensiva. Il protocollo, che traccia l’identikit dei candidati adatti alla terapia, si chiama Tocivid-19 (crasi tra Covid e il nome del farmaco) e deve avere l’ok dell’Aifa. Come fattore determinante nella scelta di chi trattare, indica l’interluchina-6 (oltre i 40, come valore: in linea con le indicazioni di Pechino), ma anche il numero di linfociti (le cellule del sangue appartenenti ai globuli bianchi) e i dati sull’infiammazione polmonare e la funzionalità respiratoria che migliora con il medicinale, stando ai primi riscontri.Â
La raccolta fondi per il Pascale
Intanto nei vari ospedali di Napoli è stata organizzata una raccolta fondi per aiutare le strutture a fronteggiare il problema. Uno di questi è il Pascale di Napoli. E’ stata creata una pagina Facebook ad hoc per la raccolta da Rocco Saviano, consulente informatico dell’Istituto Tumori di Napoli. Con l’hashtag #iomicuroalsud è ufficialmente partita la maratona. Basta cliccare su questo link Istituto Pascale Tumori di Napoli   oppure andare direttamente sulla pagina Facebook dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale.
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