Politica

Settecento deputati pronti a riprendersi il vitalizio: “Avranno anche gli arretrati”

Settecento senatori pronti a riprendersi il vitalizio. A dichiararlo sul proprio blog รจ il senator Gianluigi Paragone, cacciato da poche settimane dal Movimento 5 Stelle.ย 

“Lunedรฌ sera, gli ex deputati Massimo Teodori e Giuseppe Gargani, assistiti dallโ€™avvocato Maurizio Paniz, hanno infatti vinto la loro battaglia: riavranno i loro assegni fino allโ€™ultimo centesimo. La sentenza prevede il ripristino dei vitalizi come sempre stati: senza alcuna decurtazione imposta dal ricalcolo su base contributiva in vigore dal 1 gennaio 2019. Come scrive Il Fatto, โ€œa decidere รจ stato lโ€™organo di โ€˜giustiziaโ€™ interna di Palazzo Madama, di cui Giacomo Caliendo รจ ai vertici, un forzista designato dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Con Caliendo anche Cesare Martellino, amico di vecchia data del capo di gabinetto di Nitto Palma. Neanche a dirlo anche lui tra gli ex senatori che beneficeranno della decisione della commissioneโ€.

Il conto da pagare per il Senato โ€“ scrivonoย Il Tempoย eย Il Fattoย โ€“ รจ alto:ย 22 milioni allโ€™annoย che riprenderanno a essere erogati ai senatori fuori corso a cui verranno restituiti pure gli arretrati! Perchรฉ la commissione Caliendo (di cui fanno parte oltre ai due membri laici Martellino e Alessandro Mattoni anche i senatori Simone Pillon della Lega e Alessandra Riccardi del M5S) ha giร  pronto il suo verdetto nonostante lโ€™istruttoria si sia conclusa appena poche ore fa. โ€œLa delibera del 2018 con cui il Senato si รจ adeguato ai tagli imposti mesi prima dalla Camera sarร  cancellata, perchรฉ รจ un intervento โ€œnon in linea con gli insegnamenti della Corte Costituzionaleโ€ perchรฉ, per la commissione Caliendo, il vitalizio sarebbe equiparabile alla pensione.

โ€œIl vitalizio ha una connotazione previdenziale, quanto meno prevalente che lo rende soggetto alle regole e ai principi affermati dalla Corte Costituzionaleโ€ฆ che ammette che tali trattamenti possano essere modificati solo a certe condizioni e ponendo limiti a mutamenti peggiorativiโ€. In soldoni vuol dire che il Senato, se proprio lo vorrร , potrร  al massimo pretendere dai suoi ex inquilini un contributo piรน โ€˜ragionevoleโ€™ del taglio oggi in vigore e che sia soprattutto limitato nel tempo.

I giudici-senatori avrebbero anche chiarito che la riduzione dellโ€™assegno non puรฒ essere superiore al 20% dello stesso. Non รจ possibile, quindi, โ€œfalciareโ€ la somma che incassano gli ex come previsto dalla delibera approvata dallโ€™ufficio di presidenza. La Casta ha vinto ancora, vince sempre. Senza pudore, senza vergogna.