Riparo al chiuso, con porte e finestre serrate e sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, iodioprofilassi e controllo della filiera produttiva.
Inoltre unโazione di intervento in tre diverse fasi, da prendere in considerazione in base allโevoluzione dello โscenario incidentale consideratoโ, valutando le differenze tra un impianto nucleare posto entro i duecento chilometri dai confini nazionali e uno oltre quella distanza oppure per un incidente in territorio extraeuropeo.
Il Governo aggiorna dopo dodici anni il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, che โindividua e disciplina le misure necessarie a fronteggiare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari di potenza ubicati โoltre frontieraโ, ossia impianti prossimi al confine nazionale, in Europa e in paesi extraeuropeiโ.
Ad accelerarne la definitiva revisione, comunque giร avviata mesi fa, potrebbero essere stati proprio i timori di rischi di effetti collaterali derivanti dal conflitto in Ucraina, per fortuna al momento esclusi.
Le stesse autoritร nazionali perรฒ chiariscono che non cโรจ alcun allarme. โSolo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarร la Protezione Civile a dare precise indicazioni su modalitร e tempi di attuazione di un eventuale intervento di profilassi iodica su base farmacologica per lโintera popolazioneโ, chiarisce lโIstituto superiore di sanitร che, insieme a varie societร scientifiche, invita a non usare farmaci โfai da teโ, mentre รจ raccomandato lโuso di sale iodato.
Dunque anche un invito alla calma, dopo il boom di richieste, segnalato in alcune farmacie, delle pillole di โiodio stabileโ: una corsa allโacquisto provocata dalla paura di dover fronteggiare con il farmaco eventuali diffusioni nellโaria di iodio radioattivo.
Giร qualche giorno fa, dopo il presunto attacco russo alla centrale nucleare a Zaporizhzhia (a quanto accertato, senza alcuna conseguenza), Fabrizio Curcio aveva sottolineato che sui rischi di fughe โdi radioattivitร , lโItalia รจ in stretto contattoโ con i vari enti di controllo. Chiaramente โvorremmo non doverlo attuareโ, aveva spiegato il capo della Protezione Civile.
Intanto, qualora vi fossero fuoriuscite di radiazioni da centrali nucleari colpite durante il conflitto e alla valutazione della sua disponibilitร in regione, il vicegovernatore del Friuli con delega alla Salute e Protezione civile, Riccardo Riccardi, ha reso noto โsenza fare terrorismo, ma senza nemmeno sottovalutare la questioneโ che la Regione sta monitorando tramite le farmacie come poter organizzare la preparazioneโ.
Si sta โlavorando per capire quali possano essere le disponibilitร in caso, per ora del tutto teorico, di necessitร : i nostri volontari partiranno tutti con lo iodio in tascaโ. A livello nazionale, sul nuovo Piano tutti i governatori sono stati coinvolti: sono stesse le Regioni a ricevere eventuali informazioni o notifica dalle Asl che effettuano i controlli, ricevute le informazioni relative a un prodotto a rischioโ.
Ci sono poi una serie di attivitร previste nei territori, che scatterebbero in caso di necessitร . Nelle aree interessate dalla misura del cosiddetto โriparo al chiusoโ, sono attuate in via precauzionale altre misure protettive: โblocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente (verdure fresche, frutta, carne, latte), blocco della circolazione stradale, misure a tutela del patrimonio agricolo e zootecnicoโ.
Tra i vari compiti delle autoritร competenti, ci sono anche comunicazioni tempestive alla popolazione, istruzioni specifiche alle scuole, far fronte ai bisogni primari della popolazione (cibo, acqua, assistenza sanitaria, energia, ecc.). Nel documento si forniscono anche indicazioni per la iodioprofilassi, โuna efficace misura di intervento per la protezione della tiroide, inibendo o riducendo lโassorbimento di iodio radioattivo, nei gruppi sensibili della popolazioneโ.
Secondo il Piano, โil periodo ottimale di somministrazione di iodio stabile รจ meno di 24 ore prima e fino a due ore dopo lโinizio previsto dellโesposizione. Risulta ancora ragionevole somministrare lo iodio stabile fino a otto ore dopo lโinizio stimato dellโesposizione. Da evidenziare che somministrare lo iodio stabile dopo le 24 ore successive allโesposizione puรฒ causare piรน danni che benefici (prolungando lโemivita biologica dello iodio radioattivo che si รจ giร accumulato nella tiroide). La misura della iodoprofilassi รจ quindi prevista per le classi di etร 0-17 anni, 18-40 anni e per le donne in stato di gravidanza e allattamento. Il Ministro della Salute puรฒ decidere lโattivazione delle procedure per la distribuzione di iodio stabile nelle aree interessateโ.